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COMMENTI DA QUARANTENA 2

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State cominciando a inviarci i vostri commenti ai romanzi che avete letto durante la Quarantena e noi li pubblichiamo con grande piacere!

Cominciamo da Alessandro Rizzi, un nostro amico che vive da tantissimi anni in Spagna e che ci porta a conoscere uno scrittore molto affascinante.

Grazie Sandro per il tuo pezzo e aspettiamo altri commenti perché siamo molto curiose/curiosi di conoscere romanzi nuovi. 

Milan Kundera – La Ignorancia

Durante la pandemia guardavo la libreria billy, ricolma di libri non letti, con un certo spavento. Mi ero proposto di raccogliere i libri che, in un certo momento, mi avevano colpito per leggerli quando avevo tempo, per esempio quando sarei andato in pensione. Gli scaffali, leggermente ricurvi, sopportano il peso degli stessi ma anche l’ecletticitá della raccolta. Naturalmente la maggior parte sono giá stati letti,ma gli argomenti, i personaggi, il quid che l’autore voleva trasmettere si erano polverizzati per colpa “del logorio della vita". La scelta poteva cadere tra leggere dei saggi, che mi piacciono molto, oppure delle storie a sfondo storico, o dei romanzi.

Presi in mano il libro di Milan Kundera “La ignorancia” del 2000, in italiano credo che mantenga lo stesso titolo “l’ignoranza”. Mi piace Kundera per lo scorrere della scrittura e per i giochi immaginativi che accende nel lettore. Lo avevo giá letto, credo nel 2000, quando mi fu regalato: alcune parole in castigliano erano sottolineate perché non le conoscevo, ma ora la lettura è stata piú sciolta.

Amo sottolineare i libri, per me non é un atto vandalico (naturalmente non lo faccio in quelli della biblioteca), é un atto d’amore, di riconoscimento all’Autore che ha saputo esprimere in una frase un contenuto, una emozione.

La storia é presto detta: Irena una signora di Praga che vive a Parigi, in seguito all’invasione russa della Cecoslovacchia nel 1968, (“era l’ebbra festa dell’odio” dice M. Kundera) é rimasta vedova e parla con Sylvie, che la sprona a tornare a Praga. Inizia cosí come una contabilitá tra quel che perde e quel che trova.

“In greco antico ritorno si dice argos, che indica anche sofferenza. La nostalgia é la sofferenza causata dal desiderio non realizzato di ritornare.”

Kundera continua a portarci nei meandri dell’etimologia: in spagnolo nostalgia si dice añoranza, che viene dal catalano: enyorar, che ci porta a intuire la grave veritá: nostalgia é il dolore della nostra ignoranza. Noi non sappiamo piú nulla di chi ci interessa, di chi abbiamo amato.

Il libro che piú richiama il concetto di nostalgia é sicuramente l’Odissea di Omero, le sue prime parole: "L’uomo ricordami o Musa, l’astuto che molti mali sofferse poi ch’ebbe distrutto la sacra rocca di Troia” (Ettore Capuano).

Kundera si sofferma sulla storia della ninfa Calipso, che amò per molti anni Ulisse e non lo tratteneva dall’andare via. K. paragona l’amore e la distrazione del lettore che sottovaluta o non apprezza l’amore e la passione di Calipso, apprezzando, forse troppo l’attesa di Penelope. Ulisse tra l’appasionata esplorazione dello sconosciuto (l’avventura) preferí la glorificazione di quello che conosceva (il ritorno).

k. Ci mette in guardia dallo sperare troppi dai ricordi e dalle rimpatriate con vecchi amici, nel fare di essi un nostro fine perche K. ci fa intravedere che noi siamo immersi nell’obblio, che ci salva e ci sprona.
Sandro Rizzi

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