SCRITTURA CREATIVA
Parole, immagini, libri, giochi, opere d’arte, film e album delle figurine. Tutto è lecito nel corso di Scrittura Creativa che Eletta Revelli porta avanti da volontaria nella casa circondariale Como Bassone dal 2016. L’importante è lasciarsi andare alla creatività esplorando mondi nuovi e, soprattutto, scrivendo. Il laboratorio è aperto ai detenuti della Sezione Maschile certificati presso il SerT, ossia a persone i cui reati sono legati a tossicodipendenza, alcolismo e ludopatia.
In carcere si fanno continui salti indietro nel tempo. La tecnologia viene lasciata, purtroppo, ancora fuori, bisogna pertanto fare buon viso a cattivo gioco e per questo i detenuti diventano “scrivani” armati di carta e penna. Lo scambio epistolare, la cara vecchia lettera, è una forma di espressione marcatamente radicata in questi contesti. Il foglio di carta, insieme alla penna, crea il substrato fertile per lo svilupparsi di corsi di scrittura creativa che sono ormai molto frequenti in quasi tutte le carceri italiane.
Infiniti sono i motivi alla base della scrittura. Con la scrittura si insegna, si educa, si lancia un messaggio, si raccontano una, cento, infinite storie. E mentre si narra di vite inventate, senza filtri, senza giudizi riemerge un sé nascosto che, spesso, stupisce e sorprende. Una parte del proprio mondo interiore ricompare in superficie, o forse compare per la prima volta, aiutando il narratore a riscoprirsi, o scoprirsi, sotto una nuova luce. Quegli essenziali punti di vista che ognuno di noi dovrebbe poter sperimentare nella propria vita.
Così, negli anni, il laboratorio tra le sbarre diventa crocevia di storie, racconti, esperienze reali e inventate, un miscuglio di etnie, di percorsi di vita che, in profondità, si raccontano. Una profondità che non compare altrettanto spesso fuori dove rincorriamo tutti il tempo, gli impegni, il lavoro, ritagliandoci ben pochi spazi per coltivare il nostro sé interiore.