IL FU MATTIA PASCAL 1/1

IL FU MATTIA PASCAL 1/1

Illustrazione di DAVIDE LA ROSA

Biografia - Davide La Rosa nasce a Como il 23 giugno 1980. Dal 2001 fa fumetti, prima auto-prodotti e online (nel 2004 è cofondatore della rivista "Fumetti Disegnati Male"). Dal 2010, inizia a collaborare con un sacco di case editrici nazionali. Pubblica fumetti con Nicola Pesce, Star Comics, Saldapress, Shockdom, Cane, Bugs Comics, Comics&Science, Sergio Bonelli Editore e tante altre. Disegna molto male ma questo non gli impedisce di fare fumetti. Morirà un mercoledì del futuro!

 

Estratti dei commenti dei detenuti - edizione 2019 del progetto I Classici dentro e fuori il Bassone

Breve trama - clicca per accedere alla trama del libro. 

 

“Leggendo Il fu Mattia Pascal, ho cercato con uno sforzo quasi disumano a non ritrovarmi in lui. Inutilmente. Ho sperato che tutto fosse una invenzione divertente e maligna di Pirandello. Ho cercato di immaginarlo dando a Mattia Pascal prima e ad Adriano Meis poi il volto di Pirandello stesso. Quest'ultimo, scrittore geniale, di fatto lo porterei vicino a Dostoevskij, non per lo stile ma per la magia della sua penna nel darci il mondo dei personaggi che ravvivono il suo romanzo.

Chi di noi, io sì!, non vorrebbe o non sogna di dare una svolta alla propria vita facendo sparire dalla propria memoria le sofferenze, i fallimenti? Chi di noi non gioisce alla prospettiva di un nuovo io che viene amato, rispettato per le proprie qualità, i propri successi? Siamo stati tutti una volta bambini, poi giovani e adolescenti, quindi pieni di sogni e di amori.
Speravo di trovare qualcosa del genere anche nel romanzo ma Pirandello, questo genio maledetto, mi riporta con i piedi per terra spiaccicandomi in faccia la realtà. Speravo che Il Fu Mattia Pascal diventasse finalmente il mio personaggio, che riesce a ricostruirsi, vincente. Niente, Pirandello cinicamente mi sbatte in faccia questa nuova figura negativa, obbligandomi a leggere ogni riga, sperando fino alla fine.”

(cit. A.X. 2019)

“(...) Mi è sembrato di capire che noi siamo come una biblioteca e i libri sono le nostre storie, le nostre idee. Scriviamo tutti giorni i nostri libri, solo che scegliamo a chi farli leggere. E poi c'è la vita paragonata a una roulette. Certe volte continuiamo a “puntare” su certe persone, situazioni e siamo così testardi da non capire che dobbiamo cambiare qualcosa, per il nostro bene. Ma perché non vogliamo cambiare? Io credo perché ogni tanto amiamo ciò che non dobbiamo amare, solo per soddisfare il nostro ego personale o magari per trasgredire le regole di una società tante volte restrittiva. Quando tutto va male poi, ci lamentiamo con tutti, meno con noi stessi, perché non abbiamo capito che: “Solo gli idioti non cambiano”, pur sapendo che tutto va male.

Il messaggio più consistente per me è quello di trovare una libertà, una rinascita, un cambiamento. Quando le faccende della vita ti stringono, cerchi di cambiare radicalmente, ma rimane sempre la paura di non trovare quel qualcosa che cerchi. Quando decidiamo di cambiare per davvero è come “uccidere” il nostro vecchio io. Io credo che la cosa più importante però non è cercare di cambiare vita, ma cambiare la posizione dalla quale si guarda la vita (…). Nella vita si può cambiare tutto, quando vogliamo, ma sono convinto che resta sempre quella sembianza di noi stessi, quel pezzettino di quella “matrice originale” dalla quale siamo stati creati. Anche l'autore lo dice: Sembra che ogni uomo è impostato per quello che è ...

Il capitolo più bello, per me è il tredicesimo, “Il lanternino”. Qui l'autore fa delle riflessioni che ci aprono un mondo di domande. Cosa ci tiene in vita quando tutto sembra senza senso, cos'è quel lanternino se non la nostra anima piena di speranza in un domani migliore. Quel lanternino che ci dà un arcobaleno di colori definito dalla nostra età. Come può l'ombra di un essere umano avere un cuore? Dov'è collocato nello spazio – tempo questo “cuore” ombra? E' forse lo stesso cuore che quando è nella luce è pieno di amore e quando è nell'ombra è pieno di odio? Non lo so, però credo che la risposta la possono dare solo quelli che ci stanno nel nostro “cerchio di vita”, perché solo chi ci guarda, chi ci ascolta, chi ci consiglia può impreziosire la nostra vita, il nostro cuore.”

(cit. D.M. 2019)

"Questo racconto di Luigi Pirandello esalta il sogno nascosto della maggioranza delle persone che vivono ai giorni nostri, cioè di avere la possibilità di cambiare vita da un giorno con l'altro. Comunque con varie problematiche, la prima e principale, parte dal fatto che non siamo mai contenti (in generale) di quello che abbiamo e andiamo quindi alla ricerca del rinnovo o benessere, provando così a cercare la nostra utopia interiore di bella vita.
La seconda problematica, potrebbe essere il destino o la casualità dei fatti che ti mettono su un bivio e sta a te decidere che strada prendere,"rischio o mi tengo quello che ho". Perché è vero sì che uno si può buttare in una nuova vita come Mattia Pascal, dopo la vincita e la presunta morte, però devi anche essere consapevole del viaggio che vuoi intraprendere, e sapere che forse la destinazione possa essere peggio della partenza.

(...) piacerebbe anche a me cambiare nome, città e vita, e ri-iniziare dove non sanno cosa mi è successo, ma non lo farei, perché anche questa esperienza bella o brutta che sia, mi ha portato a conoscere delle persone, che in questo cammino sono diventati amici. (…) mi sento fortunato ad averli conosciuti, andata come è andata, forse "il bello di sbagliare strada" è il fatto di scoprire sempre posti meravigliosi senza saperne l'esistenza, andando così a scoprire al meglio noi stessi, e su cosa vogliamo veramente della nostra vita.”

(Cit. L.C. 2019)

 

Date

14 Gennaio 2020

Tags

Fumetti e Libri
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