Illustrazione di ARIEL VITTORI
Biografia - Artista romana autodidatta, comincia nel fumetto col sito americano 'Filthy Figments' e poi sui suoi cartacei 'Food Porn' (2015) e 'Score!' (2018).
Realizza storie brevi per la rivista francese 'L'Immanqable' (poi raccolte in 'Quelques pincées de désir' nel 2018) e in Italia esordisce con 'Little Waiting' (2016, Slowcomix).
Per la Francia disegna "Leonard de Vinci" (2019, 21g).
Co-fondatrice di Attaccapanni Press, dal 2016 crea numerose storie per le antologie della pluripremiata etichetta editoriale, in parallelo al lavoro di gestione ed editing della stessa, spesso concentrata sul fantasy e temi sociali.
Estratti dai commenti dei detenuti - edizione 2018 del progetto I Classici dentro e fuori il Bassone
Breve trama- clicca per accedere alla trama del libro.
"Una prima constatazione leggendo i primi capitoli del libro mi viene spontanea, Oscar Wilde mette in evidenza la bellezza, la tranquillità, tant'è vero che addirittura il ronzio delle ali di un’ape che vola tranquillamente sui fiori della casa gli da fastidio e ancora in un altro passaggio il ticchettio delle lancette dell’orologio; sicuramente in quegli ambienti questa era la normalità."
(Cit. W.D.B. 2018)
"Personaggio alquanto paradisiaco, certo un grande fascino, ma poco realista. Ma è appunto questo che porta il lettore a fantasticherie, anche proibite. Pieno di doppi sensi, sta a voi interpretarli, ognuno fantastica a proprio piacimento, poi la morbosità della perfezione, illusione mentale, direi ossessionante. Ma quante volte ci guardiamo allo specchio e speriamo di rivederci con un’altra sfaccettatura? Impressionante quanto è contemporaneo Oscar Wilde, perché il suo personaggio è più attuale che mai nel contesto della nostra società, ma anche nel contesto mondiale. Io credo che finché l’uomo, l’umanità in generale, non accetta e diventa consapevole che siamo solo “passeggeri” in un “treno” che si chiama vita, e che quel treno arriva prima o poi al capolinea, non si può vivere veramente ciò che siamo, ma vivere nella falsità e menzogna di noi stessi.
Come scrive l’autore, sono anche io certo che solo l’amore può purificare i nostri “peccati£, solo l’amore può far prevalere la “luce contro l’oscurità”. Per raggiungere tutto questo abbiamo però bisogno di un incontro, ed è necessario rivivere questo incontro quotidianamente. E infine accettare il fatto che da soli non ce la facciamo, ma più di tutto scoprire che la realtà è un’opportunità, cercando sempre di non “insabbiare” il nostro passato, perché il nostro passato è parte di ciò che ci costituisce oggi, ma anche di come saremmo domani."
(Cit. G.D.S. 2018)
"Questo romanzo è, a mio parere, un’ode all'egocentrismo, alla codardia, alla paura che ha l’uomo di riconoscere e di accettare che non è eterno, ma una creatura finita. Emerge la paura di essere se stesso e accettare il proprio destino, la paura dei propri limiti umani. Il terrore dell’uomo di riconoscere la sua malvagità, che a volte prende il sopravvento e lo fa diventare una vera e propria “bestia umana”, arrivando a “sacrificare” tutto e tutti, persino l’amore, solo per tenere nascoste le proprie debolezze angosce.
Ho scoperto in questo libro che anche la rabbia ha delle “temperature”, a volte è fredda, a volte è incandescente, e quest’ultima fa molto paura. Lottare contro il nostro lato negativo è molto difficile, perché l’orgoglio, la vanità, la superbia, la stoltezza, insomma il nostro lato oscuro, non si può cancellare o distruggere, perché è un “difetto di fabbrica”, però si può sicuramente educare."
(Cit. M.D. 2018).
"Il ritratto di Dorian Gray scritto da Oscar Wilde, un libro bellissimo, interessante e molto stuzzicante. (…) Molto stuzzicante è il concetto di un’eterna giovinezza, con un po’ di contrapposizione per il fatto di dover vendere la propria anima, ma che bello sarebbe rimanere sempre giovani? Non curanti della vecchiaia e a quello che porta? Naturalmente non lasciandosi andare soltanto in peccati, ma in una esperienza di vita del conoscere e riconoscere il mondo a tutto tondo.
La fine del libro mi ha colpito più di tutto, il fatto di uccidere il passato per potersi sentire libero, è un po’ come commettere un reato, arrivare al punto di spiegarsi e darsi delle ragioni per cui si è commesso, ma non dandole a qualcuno, ma a noi stessi arrivando a un cambiamento interno per potersi migliorare.
Mi ha aperto anche a un concetto (magari sbagliato) dei giorni nostri dove gli scienziati stanno provando a creare quell'utopia di vita eterna, ma a cosa porterebbe? Leggendo il libro e avendo un pensiero al giorno d’oggi direi “trasformazione totale” del modo di vivere, se ci fosse davvero la possibilità di rigenerarsi in qualche modo o di poter vivere più a lungo senza problemi di malattie e o altro, penso che la maggior parte delle persone perderebbe il concetto di “vivere la vita”, portandola a una grossa frenesia del tutto è possibile, tralasciando quei punti in cui c’è un corso per tutto."
(Cit. L.C. 2018)